Il 26 gennaio 2018 ci ha purtroppo precocemente lasciati Linda Pisani, stroncata da un male terribile e incurabile. Storica e attivissima collaboratrice di “Predella”, membro da anni del Comitato scientifico, Linda è stata una colonna portante della rivista: a lei si deve tra l’altro l’ideazione e la curatela del primo numero monografico a stampa, nel 2010, dedicato all’arte a Pisa nel Trecento e intitolato Primitivi pisani fuori contesto.
Nata a Lucca il 1 maggio 1970, viareggina d’adozione, Linda aveva conseguito la laurea in Lettere moderne all’Università Cattolica di Milano nel 1994 con Miklòs Boskovits, la Specializzazione in Storia dell’arte presso l’Università di Siena nel 1998 e il Dottorato di ricerca all’Università di Pisa nel 2002. Studiosa associata all’Istituto Germanico di Firenze, docente a contratto all’Università di Firenze, borsista al Metropolitan Museum di New York, è stataautrice di numerosi saggi sulla pittura tardogotica in Toscana e la scultura del Rinascimento tra Firenze e Urbino, pubblicati su riviste scientifiche italiane e straniere, di una monografia sullo scultore Francesco di Simone Ferrucci e di innumerevoli contributi e schede in cataloghi di mostre. Ha partecipato a convegni e tenuto conferenze e seminari in varie università ed istituti di cultura in Italia ed all’estero. Studiosa brillantissima di arte medievale e rinascimentale, Linda aveva sviluppato pari competenza nello studio della pittura e della scultura, unendo sapientemente ricerca archivistica, analisi stilistica, contestualizzazione storica nell’affrontare temi, periodi, autori poco battuti dagli studi.
Oltre che storica dell’arte internazionalmente stimata, Linda era da molti anni docente assai apprezzata da colleghi e studenti presso le Accademie di Belle Arti, prima a Carrara, poi a Roma, entusiasta e infaticabile pur nelle limitazioni e nelle difficoltà impostele dalla malattia.
Linda era una persona riservata e buona, la sua perdita per noi di Predella è dolorosa e incolmabile, ma cercheremo di onorare nel modo più adeguato la sua memoria e di tenere vivi i filoni fecondi delle sue ricerche. In attesa che veda la luce, speriamo il prima possibile, l’attesa monografia su Francesco Traini che Linda ha fatto a tempo a completare e consegnare all’editore prima che le sue condizioni peggiorassero irreparabilmente, dedichiamo a lei, con affetto e nostalgia, questo numero di Predella, impreziosito da un suo saggio come sempre esemplare sull’iconografia del polittico pisano di Masaccio.
Gerardo de Simone, Emanuele Pellegrini